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Referendum, sul dopo voto sale la tensione tra Rossi e Parrini

today06/12/2016

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rossi vs parriniTOSCANA – A due giorni dal voto referendario che ha bocciato la riforma costituzionale e ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi, anche in Toscana si accendono i toni il dibattito interno al Pd tra la componente renziana e non.

Benché nella nostra regione – unica assieme all’Emilia-Romagna – i sì abbiamo prevalso (52,5%), il risultato è al di sotto delle aspettative, e in molte aree della regione – Grosseto, Livorno, Lucca Massa Carrara – a vincere stato il no.

Un voto di patriottismo nazionale” lo ha definito il governatore toscano Enrico Rossi, schierato sul fronte del sì ma con molte riserve, che lega la vittoria del No anche a ragioni sociali: il rifiuto alla riforma ha prevalso nei territori più colpiti dalla crisi. Durissima la replica del segretario, Dario Parrini: “Quello che Rossi rimprovera al governo nazionale a me viene di imputarlo al governo regionale, nelle aree dove i risultati sono meno buoni. In questi territori, a livello di giunta regionale, si deve fare il salto di qualità: a Grosseto, dove non sono contento del lavoro della Regione e a Massa Carrara”.

All’origine le tensioni sulla futura leadership del èartito. “Ripartiamo del 40% dei sì” dice Parrini, nelle ore in cui i rumors parlano anche dell’ipotesi di un immediato rilancio di Renzi per la premiership in caso di elezioni anticipate. “Senza il progetto politico che sta dietro i milioni di voti del Sì – ribadisce oggi in una nota – non si può fare nessuna seria azione per l’equità e per la crescita. Alla guida di quel progetto, che non è affatto solo renziano, c’è Matteo Renzi. Che dovrà rimanere al timone del Pd”.

Frena invece Rossi, che invita Renzi a dimettersi anche da segretario del Pd, ma respinge l’ipotesi di congresso del Pd anticipato: “Non ci sono i tempi. Passata la fase di ricomposizione del governo sarebbe utile per il Pd nominare un segretario di transizione”.

E se a parole si annuncia la necessità di “una riflessione collettiva” sul voto referendario con il coinvolgimento anche di Rossi e della Regione, nella sede del Pd regionale a preoccupare è anche in prospettiva la prossima tornata elettorale: nel 2017 si voterà per rinnovare i sindaci di città importanti come Lucca, Pistoia e Carrara – dove hanno vinto i No con percentuali che oscillano tra il 52% e il 59% percento.

Anche per questo – nonostante i no in Toscana si siano fermati al 45% – ad esultare sono i partiti di opposizione del fronte del no. “Renzi cercava il plebiscito e l’ha avuto, anche se di segno opposto a quello che auspicava” chiosa il coordinatore di Forza Italia, Stefano Mugnai, che invita il centrodestra all’unità per battere il Pd, coma avvenuto in Toscana ad Arezzo e Grosseto. «L’esito del referendum è lo specchio del malessere dei territori toscani periferici abbandonati dalle politiche regionali e nazionali” dice Giacomo Giannarelli, portavoce toscano M5S  che chiama la carica lungo quello che definsice  “il ‘cammino di liberazione’ da un partito che di ‘rosso’, peraltro, non aveva già più nulla”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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