PRATO – Ha visto impegnati oltre 400 agenti della Guardia di finanza in 5 regioni l’operazione coordinata dalla procura di Prato, scattata stamani per stroncare l’attività di un’organizzazione criminale che forniva documentazione falsa, buste paga comprese, con cui cittadini stranieri non in regola, in gran parte cinesi, potevano richiedere e ottenere il permesso di soggiorno.
In tutto 34 le misure cautelari personali eseguite, di cui 3 in carcere, 12 arresti domiciliari e 19 misure interdittive tra Toscana, Veneto, Lombardia, Campania e Marche. Al vertice c’erano un commercialista e un consulente del lavoro, entrambi di Prato, e un cittadino cinese residente in Veneto. Complessivamente gli indagati sono 84 e oltre 100 le perquisizioni effettuate: le ipotesi di reato sono associazione a delinquere, induzione in errore dell’ufficio immigrazione, falsità ideologica nel rilascio di rinnovi di permessi di soggiorno ed immigrazione clandestina.
All’operazione della procura pratese arriva il plauso del presidente della Toscana Enrico Rossi: “Non devono esistere zone franche, i diritti dei lavoratori sono al centro della nostra politica” dichiara Rossi, che invita Procura di Prato e della Guardia di Finanza a proseguire il lavoro perché affinché emerga dall’illegalità “un’economia sommersa che Irpet stima aggirarsi intorno al miliardo di euro l’anno”.