FIRENZE – Un esposto per danno erariale da 40 milioni di euro contro Quadrifoglio e i comuni dell’hinteland fiorentino per non aver messo in pratica le azioni necessarie a rispettare le regole europee sulla raccolta differenziata.
A presentarlo alla procura della Corte dei Conti della Toscana sono stati Wwf, Italia Nostra, Forum ambientalista e i comitati dei cittadini tra cui le “Mamme non inceneritore” e la Consulta dell piana per le nocività.
In base alle direttive la quota della raccolta differenziata sarebbe dovuta progesssivamente salire dal 45% del 2008 al 65% del 2014, ma solo in pochissimi casi i Comuni hanno rispettato le norme, con Firenze costantemente agli ultimi posti e inchiodata nel 2014 ancora ad un misero 51,1%, con oltre 217 mila tonnellate di surplus mandato in discarica.
La segnalazione alla magistratura constabile si basa su un precedente giuridico che riguarda il comune ligure di Recco, dove amministratori locali e gestori dei rifiuti sono stati condannati (sentanza di appello) a pagare una parte cocsistente del danno riconosciuto da un milione di euro.
Secondo i calcoli delle associzioni che hanno presentato l’esposto nel caso dell’area fiorentina il danno ammonterebbe a circa 43 milioni di euro. Il calcolo è stato fatto tenendo conto delle tasse e delle addizionali previste dalle leggi per lo smaltimento in discarica, gli oneri di compensazione ambientali pe i costi di pretrattamento dei rifiuti solidi urbani. E non è stato neppure tenuto conto dei dei minori introiti per i gestori per il mancato avvio dei rifiuti differenziati verso le filiere del riciclo.
Il collegamento con l’inceneritore è chiaro, secondo associzioni e comitati: ”Se le quote della raccolta diferenziata fossero state rispettate – spiegano i firmatari dell’esposto – non sarebbe stato necessario l’inceneritore di Case Passerini, su cui invece Quadrifoglio e MetroCittà hanno insistito negli ultimi 8 anni, presentando a presentarlo come inevitabile e necessario”.
“Riciclare costa meno ed è possibile – spiega Davide Pagliai delle “Mamme No inceneritore” – come dimostra il caso di Empoli, dove in due anni e mezzo Publiambiente ha messo in piedi la raccolta differenziata spinta, oppure Prato, dove funziona il ovunque porta a porta. Discariche ed inceneritori invece didincentivano la differenziata e aumentano i costi”.
“Il Tar ci ha dato ragione bloccando l’autorizzazione all’inceneritore – insiste Diana Biagiotti delle “Mamme No Inceneritore” – ma quello è solo una tappa, la nostra battaglia prosegue”.