FIRENZE – Perché dopo la demolizione a tempo di record del mercatino delle pulci a causa presenza di amianto e il suo trasferimento i lavori per il restyling di piazza dei Ciompi non sono ancora partiti? Perché il Comune continua a ritenere essenziale lo spostamento degli antiquari contro il parere di residenti e comitati cittadini? E perché esclude la possibilità di un aiuto a ricostruire gli stand se non in largo Annigoni?
Queste e altre domande sono quelle che solleverenno e cui cercheranno di dare una risposta un gruppo di residenti, di operatori del mercatino dei Ciompi assieme ai comitati cittadini (tra gli altri, quelli Noi quando si dorme?, Oltrarno Futura, Brunelleschi, Palomar e la Rete dei comitati) nell’assemblea pubblica convocata per giovedì prossimo, 20 ottobre, dal titolo “Piazza dei Ciompi: perché?” (dalle 21 presso la sede ARCI di piazza dei Ciompi 11). All’incontro sarà presente anche il presidente dell’Ordine degli architetti, Roberto Masini.
“Dopo aver più volte interpellato e invitato a parlare il sindaco e gli assessori – spiega Andrea Melloni, uno dei promotori dell’incontro – abbiamo deciso di passare ai fatti. Ricostruiremo tutta la vicenda, presentando documenti nuovi e propondendo una nuova modalità per arrivare ad una decisione”. >>> Ascolta
Obiettivo è chiaro e affatto nascosto: una volta rimessa a posto la piazza,
il mercatino, benché rinnovato, deve tornare dov’era, spiegano gli organizzatori dell’incontro. Sulla piazza i progetti del Comune parlano di un restyling complessivo. La destinazione futura dovrebbe ancora essere un’area mecatale (i fondi europei del FAS a disposizione del Comune sono in questo senso vincolati), ma non è stato deciso ancora in che modalità: tra le altre cose,
si è parlato della possibile creazione una “cittadella” dedicata al cibo di strada e ai prodotti tipici.
Una soluzione che però non piace affatto ai promotori dell’assemblea. “Non è quello che è uscito dalla Maratona dell’ascolto del luglio scorso – sottolinea Giuliano Leoni del comitato “Ma noi quando si dorme?” – dove tutti i tavoli si espressero a favore del ritorno del mercatino”.
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Il timore è che l’apertura di nuove attività di food&beverage portino ulteriori problemi legati alla movida e snaturino la natura del quartiere. “
Difendiamo il mercatino – spiega Andrea Berti di Oltrarno Futura – perché è un presidio storico e sociale. Attira turismo buono, serve da connettivo con i negozi delle strade attorno e impedisce che anche qui ci sia lo svuotamento e il degrado che abbiamo assistito in Santo Spirito o Santa Croce”.