LUCCA – Parola alla difesa ieri al processo per la strage di Viareggio, che nel 2009 costò la vita a 32 persone.
Dopo le durissime requisitorie e le richieste di condanne da parte dell’accusa – tra gli altri imputati l’accusa ha chiesto 16 anni per l’ex ad di Ferrovie Mauro Moretti e 15 anni l’ex ad di Rfi, Michele Mario Elia – ieri è stata la volta delle arringhe difensive degli avvocati della Gatx Rail Austria, la ditta proprietaria del carro cisterna che avrebbe avuto l’assile usurato, e della Jugenthal, l’officina tedesca che si occupò della manutenzione e della revisione del carrello la cui rottura avrebbe provocato il deragliamento.
L’impostazione difensiva si è basata sul fatto che l’incidente avvenuto a Viareggio il 29 giugno 2009 sarebbe da considerarsi come caso unico, non prevedibile nè assimilabile ad altri, e che quanto accaduto sarebbe da considerarsi come un insieme di avvenimenti consecutivi.
Per i difensori vanno distinti il momento del deragliamento da quello della rottura della cisterna a quello della fuga di gas e dell’incendio che ha provocato la strage. In sostanza con le loro arringhe i legali degli imputati vogliono dimostrare come ciò ecceda dalle responsabilità di chi si era occupato di manutenzione dei carri ferroviari.