FIRENZE – “Torniamo a Firenze con un po’ di emozione. Quella fu la sfida più bella mai niente di più esaltante”. Parte con l’amarcord, Matteo Renzi, ieri sera in un Obihall affollato ma non strapieno per l’avvio del suo tour a favore del sì al referendum, a 8 anni esatti dalla sua “discesa in campo” per la corsa a sindaco di Firenze.
Subito però poi si rivolge alla consultazione referndaria sulla riforma della costituzione, per spronare i suoi: “E’ la battaglia più importante” insiste, forse pensando ai non incoraggianti sondaggi che circolano negli ambienti politici. L’invito ai suoi è perentorio: non prendere la sfida sottogamba: “Trovo tra di noi un clima tranquillo, come dire che tanto ci si fa: non va bene, non è vero che tanto ci si fa. Ci si fa se ognuno fa scattare in noi il meccanismo per cui questa riforma è decisiva per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti”.
Per far passare la riforma, spiega Renzi, i voti vanno presi soprattutto a destra: “Il referendum costituzionale è un rischio. Ma non si può che rischiare – dichiara il premier – per cambiare il Paese. E puntare a essere maggioranza, andando a prendere i voti della destra”. In vista della vittoria, Renzi si dice pronto a tutto, anche a cambiare la legge elettorale dell’italicum: “E’ meno importante del referendum, anche la mia carriera è meno importante”.
Dal premier anche l’ammissione di qualche errore strategico, in primis quello di aver personalizzato la consultazione: “Ho combinato un bel pasticcio – ha detto riferendosi al fatto di aver annunciato le dimissioni in caso di vittoria del no, legando la vita dell’esecutivo alla riforma – perché – ho aizzato la mistificazione di chi vuol abbattere il governo”.