Fine estate “da sogno” a Prato, il festival Settembre Prato è spettacolo chiude in bellezza il 6 settembre la rassegna di sei concerti consecutivi organizzati in piazza Duomo, con un doppio live allettante: Air (unica data estiva in Italia) e Public Service Broadcasting.
Considerando i nomi, la piazza non esplode dalla folla: una tribuna è vuota (e a quanto pare è rimasta chiusa per quasi tutte le serate), l’altra è semi piena, mentre la “platea” è quasi tutta occupata, ma da una folla molto rada.
A inaugurare la serata è la band inglese; sul palco sono in tre, con tastiere synth, batteria, basso e chitarra elettrica. Un set con estratti dall’ultimo The Race for Space, album del 2015, che mostra i PSB in ottima forma, carichi e molto comunicativi con il pubblico, che ricambia con entusiasmo. Non mancano le proiezioni video con stralci di filmati d’epoca, tra tecnologia anni ’60 e astronauti pronti a imbarcarsi per lo spazio.
Dopo l’apertura e un cambio palco piuttosto lungo, è il turno del duo francese. In pochi secondi l’atmosfera cambia e piazza Duomo è trasportata letteralmente nel mondo sognante della band; suoni eterei e allo stesso avvolgenti, melodie trascinanti e delicate ci ricordano che cos’è il “french touch”. Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunck, sono accompagnati sul palco da una batteria e un’ulteriore postazione synth/tastiere (in tutto sul palco sono ben 14!!), dietro la band tre pannelli riflettenti colorano l’atmosfera e i musicisti di bianco vestiti, contribuendo a cullare il pubblico in questo viaggio indietro nel tempo.
La scaletta infatti pullula di vecchie glorie; inaugurata da “Venus”, prosegue con “Kelly Watch The Stars”, “How Does This Make You Feel”, “Cherry Blossom Girl”, “People In The City”, “Remember”, “Talisman”; tutti titoli recentemente inseriti nella raccolta Twentyears, doppio disco pubblicato nel mese di giugno in occasione del ventennale dal debutto della band.
Tra i brani cantati, solo quelli che utilizzano le voci dei due Air, e invece di “Playground Love” viene suonata “Highschool Lover”, quella che nella pratica è la sua versione strumentale. Il bis con “Sexy Boy” e “La Femme d’Argent” fa felici i fan, e chiude il bellissimo concerto di un’ora e dieci circa.
A posteriori qualcuno accenna lamentele sulla durata, per quanto mi riguarda credo che dai “sogni” sia sempre meglio svegliarsi il prima possibile.
Martina Agnoletti