TOSCANA – “L’inchiesta toscana sullo smaltimento illecito dei fanghi sembra svelare il tipico meccanismo delle ecomafie: imprenditori interessati ad aggirare le regole, agricoltori quantomeno disattenti e un’attività di intermediazione, di brokeraggio in cui si inserisce la criminalità mafiosa”.
A parlare è il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza, oggi ospite negli studi di Novaradio, a propostito dell’inchiesta della procura di Firenze sul presunto giro di smaltimento illecito di rifiuti come fanghi da destinare all’agricoltura che hanno portato all’arresto di sei imprenditori titolari di ditte specializzate nello smaltimento dei rifiuti. “Se le accuse confermate – osserva – sarebbe la dimostrazione che anche la Toscana ha la sua piccola Terra dei Fuochi”.
Ascolta l’intervista a Fausto Ferruzza stamani nel corso della trasmissione News Box
“Non siamo affatto l’Eldorado, ma ciò che colpisce è il coinvolgimento di aziende leader del settore, tanto da essere state premiate con la ecolabel” insiste Ferruzza. “Un fatto – aggiunge – che potrebbe avere conseguenze pesantissime sull’economia e il lavoro di un intero settore”. L’inchiesta ha infatti portato al coinvolgimento delle cartiere Lucart e Pieretti di Lucca, realtà come la 3F e l’azienda dei fratelli Del Carlo, già coinvolte anni fa in un’inchiesta sull’infltrazione della camorra nel traffico di rifiuti m anche le società Asa, Consorzio Torrente Pescia, Gaia, Geal e Sea che gestiscono depuratori.
Le indagini proseguono: la procura ha affidato ai laboratori dell’Arpat di Firenze, e a due laboratori della provincia di Lucca e di Venezia gli esami sui campioni dei rifiuti sequestratio: serviranno tra l’altro a stabilire il livello di tossicità dei fanghi prodotti dal ciclo di lavorazione della carta (in particolare spacciati per “pulper”) che arebbero stati sversati in alcuni terreni agricoli, poi coltivati a grano, in particolare nel territorio pisano: secondo le stime sarebbero ben 45 milioni di tonnellate i rifiuti finiti mischiati alla terra di campi ustai per la coltivazione del grano.
Intanto i sindaci dei comuni della Valdera annunciano l’intenzione di costituirsi come parte civile nel futuro processo. In un documento congiunto spiegano di voler “attivare tutte le azioni processuali per far valere la posizione di parte offesa delle comunità rispetto alla vicenda”, chiedendo “agli enti preposti alla vigilanza della gestione dei fanghi di depurazione per lo smaltimento in agricoltura il massimo sforzo possibile per evitare che un’attività di questo tipo possa costituire un pericolo di deterioramento della qualità ambientale”, e un rafforzamento “dell’apparato normativo che disciplina tale materia”.