MONTICCHIELLO (SIENA) – In scena fino a domenica prossima “Notte di attesa”, nuovo autodramma del Teatro Povero di Monticchiello scritto, allestito ed intepretato dagli abitati del piccolo borgo medievale della Valdorcia.
Il filo conduttore dello spettacolo, che segna i 50 anni dalla nascita di questa forma di teatro popolare, si sviluppa intorno al tema dell’ “assedio”, condizione esistenziale e sociale che vive il mondo contemporaneo, tra grandi eansie e grandi minacce.
“L’assedio – spiega il regista Andrea Cresti – inteso solo apparentemente come assedio tradizionale. Il riferimento è alla complicata situazione che stiamo vivendo, all’impossibilità di vedere con chiarezza quello che accade fuori, a valutare gli accadimenti senza timore”. Ed è proprio la “società della paura” che impedisce di ragionare, permette a terroristi (ma anche ad una certa classe politica nostrana) di tenere in stallo i cittadini, e rende più complesso capire che la soluzione, forse, non è asserragliarsi nel proprio particolare ma dialogare, e costruire ponti anziché nuovi muri.
>> Ascolta l’intervista ad Andrea Cresti, regista del Teatro Povero, ospite sulle nostre frequenze <<
Tra le maestranze del Teatro Povero quest’anno anche dei tre profughi del Gambia, ospiti del paese dal novembre scorso. Durante tutto il periodo delle repliche, è prevista per le vie, le piazze e gli spazi del Teatro Povero un’esposizione di foto, manifesti e costumi storici che ne ripercorre la storia.
Appuntamento tradizionale, prima o dopo lo spettacolo anche quello con la Taverna di Bronzone, lo “storico” ristorante gestito dal Teatro Povero che offre la migliore tradizione culinaria locale con piatti a chilometro zero.
Info su www.teatropovero.it