TOSCANA – Nonostante i tagli degli anni passati (solo parzialmente corretti con l’ultimo lieve aumento dell’ultima finanziaria) nel 2016 le performances da parte della sanità toscana rimangono molto buone, e la soddisfazione dei pazienti è in crescita.
A parlare sono i dati del Mes – Laboratorio Mangement e Sanità 2016, l’annuale ricerca della Scuola superiore di Sant’Anna di Pisa che mette a confronto in modo omogeneo le prestazioni di 11 regioni italiane (tra cui Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) e le due province del trentino-AltoAdige.
Riguardo ai 270 indicatori che costituiscono 35 i macro-obiettivi della ricerca (i cosiddetti “bersagli”), la Toscana registra un miglioramento, più o meno omogeneo, in oltre il 50% dei casi, ed un chiaro peggioramento solo nel 10% dei casi. Soddisfatta nel complesso l’assessore regionale Stefania Saccardi.
La nostra regione si comporta bene sul fronte dei ridotti tempi di degenza ospedaliera, l’appropriatezza nei ricoveri, le cure domiciliari e gli screening oncologici, o il rapporto tra presidi ospedalieri e territorio.
Note dolenti invece sui lunghi tempi di attesa per gli interventi oncologici (sopra la media del target della ricerca) e soprattutto nella spesa farmaceutica: fuori controllo sia l’uso di antibiotici negli ospedali che di antidepressivi.
Ascolta l’intervista a Sabina Nuti, docente del S. Anna e responsabile del MeS
Soddifatti – in genere – anche i pazienti: in base ad un’indagine post-ricover compiuta su 4.000 pazienti trattati a cavallo tra il 2015 e il 2016, risulta che coloro che assegnano un gradimento “buono” alla sanità toscana passano dall’83% all’86%. Apprezzati in particolare nella comunicazione nella fase di ammissione in ospedale, il rispetto della persona e il rapporto meico-paziente.
Note negative ricevono le condizioni igieniche dei reparti, la scarsa qualità della mense ospedaliere, le informazioni ai familiari (scarse e poco chiare), la comunicazione sul percorso sanitario post-ospedaliero.