FIRENZE – Nuovo caso di suicidio di un detenuto nel carcere di Sollicciano: ieri un giovane transessuale di origine peruviana si è tolto la vita a pochi giorni di distanza dalla sua scarcerazione.
Lo rende noto il garante toscano dei detenuti Franco Corleone: “Il suicidio – ha spiegato – è avvenuto nelle cosiddette celle di ‘transito’, che sono molto spoglie ed usate quando una persona arriva in carcere o per le punizioni”, ed “era stato lo stesso detenuto a chiedere di essere trasferito in quelle celle, probabilmente per essere più tranquillo, perché evidentemente aveva problemi di rapporti con altri detenuti”.
Secondo l’associazione per i diritti dei detenuti Pantagruel “i segnali c’erano tutti” per preagire un gsto estremo: “G. si era rifugiat nel silenzio – spiegano i responsabili dell’associazione – non reggeva più le condizioni del carcere, che in estate diventano ancora più intollerabili”. “Come mai persone poste sotto la custodia dello Stato arrivano a commettere atti di autolesionismo fino al togliersi la vita?” chiede l’associazione, che punta il dito sul reparto carcerario in cui era recluso il transessuale: “Un reparto punitivo, in cui non sono chiare le modalità di gestione, dove non esiste personale specializzato per far fronte a persone in estrema difficoltà, che lì trovano una cella singola, dove mettere in atto programmi di morte”.
L’ultimo suicidio a Sollicciano risale meno di un mese fa, il 16 giugno, quando si era tolto la vita un 35enne originario di Maddaloni (Caserta).