ROMA – Siglata oggi a Roma l’intesa per l’assegnazione e la gestione della tenuta agricola di Suvignano (Si) da anni confiscata alla criminalità organizzata, che diventerà un progetto pilota di agricoltura sociale.
Il protocollo, spiega una nota, che dura cinque anni ed è rinnovabile, prevede che Suvignano sia oggetto di un progetto pilota di agricoltura sociale, un modello innovativo di impresa per la gestione dei beni confiscati alla criminalità, che potrà rappresentare il prototipo per altri interventi di questo tipo in Italia.
Presenti alla firma l’assessore alla sicurezza e cultura della legalità Vittorio Bugli, il viceministro per le Politiche agricole Andrea Olivero, con delega in materia di agromafie, e i sindaci dei Comuni di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni e di Murlo, Fabiola Parenti, sui cui territori ricade la tenuta e che da oggi ne sono gli assegnatari designati.
Suvignano sarà un’impresa agricola gestita preferibilmente da un sistema cooperativo in grado di realizzarvi un polo produttivo, di allevamento e di trasformazione con allevamenti di ovini e suini, un caseificio, un laboratorio per la lavorazione delle carni, ma anche allevamenti di cavalli, capre ed asini.
La produzione agricola sarà mista: vino, olio, ma anche orzo destinato ad alimentare un birrificio locale, farro per una corretta rotazione biologica e ortofrutta da lavorare e confezionate sul posto e da vendere sia alla grande distribuzione sia attraverso la filiera corta e i mercati alternativi come i Gas (gruppi di acquisto solidale) o i farmers market o all’interno del punto vendita aziendale che sarà aperto nella ex cantina.