TOSCANA – All’indomani dei ballottaggi, anche in Toscana per il Pd è il momento dell’analisi e la riflessione sui motivi di un risultato fortemente deludente: 5 sconfitte su sei sfide al secondo turno, in quadro nazionale “terremotato” dagli esiti di Roma, Torino e Napoli – solo per citare i più clamorosi.
E così sotto accusa finiscono la scelta delle candidature, la strategia della campagna e lo stesso modello di partito che Renzi e i suoi hanno impresso al partito. Di risultato “molto negativo e doloroso” parla il governatore toscano e candidato alla segreteria Pd, Enrico Rossi, secondo cui il partito “ha perso la connessione con una parte importante del suo popolo”. “Occorre unità, umiltà e ascolto – aggiunge – per costruire insieme il cambiamento che è necessario. Voglio una discussione seria”.
“Il Pd perde dove è diviso – l’analisi del sindcao di Fienze, Dario Nardella – e dove si è lasciato andare in litigi e scontri interni, e in quelle realtà territoriali dove non ha dedicato sufficiente attenzione alle periferie e alla presenza sul territorio”.
Un dibattito interno in cui cui già Sinistra Dem affila le armi per il “redde rationem” e mette sotto accusa la dirigenza renziana: “Serenamente e pacatamente, dopo aver perso 5 ballottaggi su 6 – attacca la consigliera comunale fiorentina Cecilia Pezza – penso che prima di fare ogni analisi sarebbe utile che il segretario Dario Parrini presentasse le dimissioni”.
Critiche indirette arrivano anche da Sinistra Italiana, che festeggia la vittori a Sesto Fiorentino. “Una lezione ad un partito, il Pd – commenta il neosindaco di Sesto, Lorenzo Falchi – che pensa di poter raccontare al paese che va tutto bene mentre le cose invece vanno male: questo è quello che succede quando un partito che fa cose di destra si presenta come di sinistra”.
Soddisfazione a 32 denti anche nel centrodestra toscano per le vittorie a Grosseto, Montevarchi e Cascina.”Abbiamo cambiato la geografia politica della Toscana” dice il coordinatore regionale di Forza Italia Stefano Mugnai, mentre il capogruppo di FdI in regione, Giovanni Donzelli esalta il modello toscano, fatto di “candidati di rottura che anziché inseguire il moderatismo hanno condotto una campagna elettorale contro l’establishment del Pd”.
Ad esultare anche la Lega Nord, che con Susanna Ceccardi a Cascina elegge il suo primo sindaco in Toscana. Deluso dalle sconfitte a Milano e Novara, il segretario Matteo Salvini ha annunciato una conferenza stampa oggi proprio nel comune del pisano: “Oggi mi faccio tre ore di macchina e vado a Cascina a festeggiare il futuro – proclama – perché da lì parte l’alternativa a Renzi e anche ai 5 stelle”.
Trova spunti positivi dal secondo turno anche il Movimento 5 Stelle toscano, che pure non è riuscito a conquistare nessun Comune né a mandare alcun suo candidato ai ballottaggi: “Stiamo scrivendo la storia. I partiti, Pd in testa, soffrono il declino del voto di delega. I cittadini non si fidano più e anche in Toscana la vecchia politica vince solo con coalizioni da prima repubblica e tanta astensione”