FIRENZE – Sara Di Pietrantonio, la giovane romana aggredita e bruciata viva dall’ex compagno è solo l’ultima vittima di una scia di sangue che anche in questo 2016 si sta allungando sempre più. E’ quella dei femminicidi in Italia, la stessa che ha macchiato anche Firenze, più volte. Michela Noli, 31 anni, e Annalisa Bartolini, 67 anni: entrambe uccise dai rispettivi mariti, i quali a loro volta si sono poi tolti la vita
Una ruota che continua a girare e che non sembra arrestarsi. Secondo i dati raccolti dall’associzione Artemisia di Firenze, le donne uccise quest’anno sono già 55, una ogni 2-3 giorni. Ed è la stessa associazione, che da anni gestisce alcuni centri anti-violenza in Toscana e case rifugio per donne e minori maltrattati che lancia un duro atto d’accusa al modo in cui a livello di opinione pubblica e deei media è affrontata la questione: “Anche questa volta assistiamo al coro mediatico degli esperti e non che concordano nel dare suggerimenti alle donne: ‘non accettate l’ultimo appuntamento… Denunciate!!… Dovete riconoscere i segnali…” .
Tutti appelli rivolti alle donne, e mai una parola per gli uomini. “Nessuno – attacca l’associzione – dice a questi uomini dai piedi di argilla che quello del grande amore e dell’abbandono insopportabile è un alibi indecente per giustificare i loro atti criminali. Nessuno dice che uomini che fondano il loro senso di identità sul possesso e il controllo dell’altra non ci servono, non aiutano ad educare le nuove generazioni, offendono gli altri uomini”.
“Assumiamoci la responsabilità di non colludere con vecchi stereotipi – l’appello di Artemisia – e cominciamo a parlare di responsabilità nella scelta di essere violenti. Questo anche per rispetto di quegli uomini e quelle donne che si impegnano, ogni giorno, a costruire relazioni basate sulla reciprocità, sul rispetto, sul consenso e la libertà di scelta”.