FIRENZE – Se ne va una delle figure simbolo dell’antifascismo e della storia della Liberazione: si è spento ieri Giorgio Pacini, capo partigiano e tra i combattenti della Brigata Sinigallia che nell’estate del 1944 contribuì a cacciare dalla città i nazifasciti e liberare la città.
Aveva 94 anni, una vita intera spesa nel difendere i valori di libertà, uguaglianza e democrazia: proveniente da una famiglia operaia, aveva seguito le orme del padre, antifascista mandato al confino, e fin da giovanissimo, opponendosi alla coscrizione fascista, aveva assaggiato carcere e botte.
Dopo la fine della guerra era stato uomo di vertice Fiom, poi consigliere comunale e presidente dell’Anpi di Gavinana. Pochi anni fa, nel 2011, per aver ricordato la battaglia casa per casa per liberare il centro di Firenze dai franchi tiratori fascisti nel luglio-agosto ’44 aveva ricevuto una lettera di minaccia con all’interno due proiettili.
Le esequie si terranno oggi pomeriggio nella Sale d’Arme di Palazzo Vecchio, dove al salma è attesa dalle 13. Alle 15 la cerimonia funebre, cui prenderà parte anche il sindaco Dario Nardella.