LIVORNO – “Non c’è linearità tra avviso di garanzia e dimissioni” e “non sta né in cielo né in terra che si mescoli l’avviso di garanzia che riguarda me e gli arresti che riguardano il sindaco Pd di Lodi”. Il sindaco pentastellato di Livorno, Filippo Nogarin, ieri per la prima volta ha parlato in tv dopo essere stato raggiunto da un avviso di garanzia per la vicenda del fallimento della società municipalizzata dei rifiuti Aamps.
A dare la notizia era stato lo stesso primo cittadino, chiarendo subito: “Non conosco le fattispecie che mi vengono contestate. Sono certo di aver agito per il bene della città, ma sono pronto a dimettermi se emergessero condotte contrarie al movimento”.
Intanto però con le amministrative alla porte Livorno è diventato un caso nazionale, e il M5S è attaccato da più fronti con accuse di ipocrisia e “doppia morale”. E mentre il movimento fa quadrato introno a Nogarin – con Di Maio e Di Battista a far da pompieri, e Grillo che sabato ha chiamato il sindaco per dirgli “Tieni duro siamo con te” – a Livorno si lavoro per disinnescare la bomba giudiziaria.
L’avviso di garanzia sembra essere legato all’ipotesi di bancarotta per la decisione di assumere in Aaamps dei 33 precari nella fase subito precedente all’avvio del concordato, che avrebbe sottratto delle risorse economiche ai creditori. La tesi dei legali del Comune è che invece, qualora il concordato vada a buon fine, le accuse verrebbero a cadere.
Sul tema oggi interviene anche il deputato Alfonso Bonafede, storico esponente del M5S fiorentino: “Nogarin si deve dimettere nel momento in cui emerge dagli atti della procura, a prescindere dalle sentenze, una condotta contraria alla legge ma, ancora prima, ai principi del Movimento”.