ROMA – Il NO alla riforma del Senato e il SI per l’abolizione dell’Italicum devono diventare parte di un’unica battaglia per “la difesa della Costituzione, del diritto dei cittadini alla rappresentanza, del libero esercizio della sovranità popolare”.
A pochi giorni dall’avvio di fatto della campagna per il “sì” al referendum con l’intervento del premier Matteo Renzi dal palco del teatro Niccolini, l’Arci e l’Anpi nazionali ribadiscono assieme, pur nella rispettiva autonomia, da una parte la loro totale contrarietà alla riforma costituzionale varata dal Parlamento, e dall’altra rilanciano congiuntamente la raccolta di firme – 500.000 in 3 mesi – per lo svolgimento delle 2 proposte di referendum abrogativo della nuova legge elettorale, il cosiddetto “Italicum”.
Un’occasione, quella della raccolta delle firme contro l’Italicum, che secondo Arci e Anpi deve diventare l’occasione per una “grande campagna di informazione” nei confronti dei tanti cittadini poco o nulla informati che sia centrata sul merito delle questioni in campo, in modo da “sottrarre alla suggestione del plebiscito che vorrebbe il Governo”. I quesiti, infatti, ricordano Arci e Anpi, non riguardano la tenuta o meno del Governo. Una battaglia, al contrario, squisitamente “politica”, in cui le due associazioni intendono impegnarsi a fondo per raggiungere “milioni di cittadini, indipendentemente dalla loro appartenenza e dalle loro idee” in un’azione aperta a “tutti coloro che credono nella democrazia”.
Una battaglia in cui, si ribadisce, le divisioni partitiche non c’entrano e non devono entrare: “Non ci faremo chiudere nel recinto della politica-partitica e neppure in quella della ‘sinistra’ (posto che ce ne sia una sola)” spiegano le due associazioni, che rivolgono un appello ad un impegno diretto e univoco a tutti i circoli e le sezioni sparsi sul territorio ad attivarsi: uno sforzo che deve essere indirizzato bel creare un insieme eterogeneo di richieste, e in cui tutto il lavoro e tutte la responsabilità, dovranno confluire nei due Comitati nazionali (quello per il NO alla riforma del Senato e quello per il SI alle modifiche alla legge elettorale) e con la “cabina di regia” che si sta costituendo per coordinare le due campagne.