FIRENZE – Dagli orrori della dittatura militare in Paraguay al meltin pot della società haitiana, dal golpe del ’64 in Brasile al lavoro di controinformazione dei giornalisti del “Sin censura”, passando per le rielaborazioni filmiche dell’universo letterario creato da scrittori-simbolo come Garcia Marquez e e Vargas Llosa.
E’ un viaggio nella memoria e nell’attualità del continente latinoamericano quello che propone il ciclo di proiezioni al via da oggi fino al 4 maggio al Cinema Spazio Alfieri. I titoli arrivano dritti dal 30/o festival del cinema latinoamericano di Trieste, e rappresentano quanto di meglio ha prodotto la recente cinematografia del centro e sudamericana.
Il progetto, nato per iniziativa del Centro studi Jorge Ejelson, parte stasera alla presenza del console del Perù Orlando Felipe Velorio Pérez, con il documentario cileno “La Once” di Maite Alberdi – premio della giuria e premio per la miglior regia al festival di Trieste – di cui protagoniste sono cinque signore che da sessant’anni si ritrovano a bere il tè una volta al mese, in una girandola di pensieri, aneddoti, pettegolezzi e riflessioni.
E’ tratto invece dal romanzo “La città e i cani”, il duro affresco del Perù anni ’60 nell’esperienza degli studenti iscritti in un collegio militare di Lima che ha consacrato Mario Vargas Llosa come uno dei più importanti scrittori latinoamericani (e non solo), l’omonima pellicola realizzat nel 1985 da Francisco J. Lombardi.
Nel programma, il 13 aprile “Ayiti Toma” di Joseph Hillel (Haiyi, 2013), racconto dell’isola più povera del mondo attraverso i suoi abitanti, seguito da “La ballena va llena” di Daniel Santoro (Argentina, 2014), una riflessione sul ruolo dei migranti.
Il 20 aprile “O outro lato do paraìso” di André Ristum (Brasile 2014) narra il golpe militare del ’64, mentre “Cartas del parque” di Tomàs Gutiérrez Alea (Cuba e Spagna 1988) su soggetto di Gabriel Garcia Marquez, si svolge nella città di Matanzas, a 100 chilometri da L’Avana, mettendo in scena il triangolo d’amore tra Pedro, Juan e Maria.
Il 27 aprile in programma “Perro Guardiàn” di Baltazar “Bacha” Caravedo e Daniel Higashionna (Perù, 2014) storia di un ex soldato che opera come sicario al servizio di ufficiali dell’esercito vivendo in clandestinità; “De vida y de muerte” di Pedro Chaskel (Cile 2015), documentario che indaga negli archivi dell’Orrore della dittatura del generale Alfredo Stroessner, scoperti in Paraguay nel 1992, e “La isla y los signos” di Raydel Araoz (Cuba 2014), menzione speciale al festival, viaggio nell’opera artistica di Samuel Feijòo, attraverso l’universo visuale e concettuale della rivista “Signos”.
Chiusura il 4 maggio con “Presos” di Esteban Ramirez Jimènez (Costa Rica 2014) sul mondo del carcere, e “Sc recortes de prensa” di Nicolàs Martinez Zemborain e Oriana Castro (Argentina 2014) documentario che si svolge a Parigi nel 1980, quando un gruppo di giornalisti e intellettuali esiliati politici dell’Argentina decidono di fondare il giornale “Sin Censura”, per contrastare la campagna di disinformazione delle dittature militari sparse per l’America Latina negli anni ’70.