FIRENZE – Dopo la raffica di critiche racconte sul regolamento Unesco sui ristoranti e la rivolta degli antiquari di piazza dei Ciompi contro l’ipotesi del polo di “street food”, il Comune di Firenze smussa le proprie posizioni e gioca la carta dell’apertura.
A confermarlo è l’assessore comunale alle attività produttive Giovanni Bettarini, ospite stamani negli studi di Novaradio per la trasmissione News Box.
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La retromarcia più evidente è sul discilpinare per ristoranti ed alimentari che prevede l’obbligo di utilizzo del 70% di prodotti toscani di filiera corta, bersagliato dalla critiche di chef “stellati” e esponenti storici della ristorazione fiorentina per l’eccessiva genericità del divieto (“non tutto ciò che toscano e di filiera corta è di qualità, né ciò che viene da fuori è per forza scadente”) e la sua difficoltà di applicazione e controllo.
“Abbiamo accolto l’invio dell chef Marco Stabile di un confronto, e ospiteremo a breve a Firenze un incontro per discutere di tutela della ristorazione di qualità – ha spiegato Bettarini – siamo disposti a parlarne, il divieto può essere il 70% come il 40%. L’importante è capire la nostra idea di fondo: porre un argine alla liberalizzaizone selvaggia, tramite un limite generale che prevede anche eccezioni, e a stabilirle sarà a commissione dei saggi. Una mano ce la darà anche Annie Féolde dell’Enoteca Pinchiorri, che abbiamo incontrato ieri con il sindaco Nardella”.
Più complessa la vicenda dei Ciompi, dove ieri sono partiti i lavori di rimozione delle vecchie “botteghe” degli antiquari. “Le voci sull’interessamento di gruppi privati alla piazza- ha dichiarato l’assessore – sono destituite da ogni fondamento: sul futuro di piazza apriremo una discussione aperta a cittadini e operatori“. Nessuna assicurazione però sul ritorno del mercatino delle pulci vecchia collocazione: “Per ora gli antiquari rimarranno in piazza Annigoni, per la nuova piazza noi pensiamo a progetti ed attività di qualità, che saranno assegnati con bando pubblico solo alle proposte migliori”.