FORTE DEI MARMI (LU) – La ”cultura rivoluzionaria” del Partito e l’era di Mao Tse-Tung, che in Cina trovò nell’Arte la sua più forte e capillare alleata, è oggi raccontata dalla mostra ”Chinese Propaganda Posters, Serve the People, China: Revolution – Evolution from 1949-1983”, in programma a Villa Bertelli a Forte dei Marmi (LU) dal 19 marzo al 17 aprile con la curatela di Massimo Scaringella.
La mostra, che arriva per la prima volta in Europa dopo il successo a Buenos Aires e Santiago del Cile, porta in Italia alcune delle opere più rappresentative della propaganda cinese d’epoca maoista appartenenti alla prestigiosa Hafnia Foundation di Xiamen, una delle più grandi collezioni al mondo su questa tematica. Si tratta di un viaggio nel passato prossimo del colosso orientale, che rende forse più comprensibile anche il suo presente e il possibile futuro, attraverso manifesti e dipinti originali utilizzati come modello per fogli stampati tra il ’49 e l’83
In tutto, 90 opere in quattro sezioni (Società, Industria, Socialismo e Pittura), dove scorrono i visi felici dei contadini nei campi, le nuove donne lavoratrici alla guida dei trattori (e della vita quotidiana) mentre gli uomini sono militari a tempo pieno. E poi eroi come Lei Feng, diventato un’icona popolare per aver combattuto nell’esercito di liberazione, o Norman Bethune, che rinunciò alla nazionalità canadese per difendere la Cina nella Seconda guerra sino-giapponese. Una galleria di ritratti e slogan, che raccolgono anche gli stili pittorici di quegli anni, dal realismo sociale all’acquerello cinese più tradizionale, fino ai dipinti rupestri quasi naif. Una produzione che rappresenta ancora oggi le speranze più alte dell’utopia Maoista, tra purezza ideologica e felicità familiare.
