VAGLIA (FI) – Torna ad essere al centro delle attenzioni l’ex cava di Paterno, all’interno del comune mugellano: nella giornata di ieri tecnici dell’Arpat hanno cominciato ad analizzare campioni di scarti interrati nella cava per testarne il livello di radioattività.
Le analisi si sono svolte per conto della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Genova, e consulenti dell’Università di Pisa investiti dell’incarico dalla Med Link, società tedesco-australiana già in passato rimasta coinvolta in indagini di Forestale e Arpat su un illecito traffico di rifiuti.
Hanno passato al setaccio soprattutto la grande mole di “big bags” contenente scarti di lavorazione industriale, il cosiddetto polverino 500 mesh, classificato come rifiuto speciale pericoloso e di destinazione dell’azienda Med Link.
Una volta completati questi accertamenti e una volta provata la nocività radioattiva di queste lavorazioni di scarto, la Med Link si impegnerà a procedere allo smaltimento a proprie spese.
Il Corpo Forestale ha intanto diffuso una nota in cui si precisa che le operazioni sono state disposte per arrivare alla predisposizione del Piano di Smaltimento. “Sono state fatte misure di radioattività. E’ talmente grande la portata dei 1300 sacchi che ci sono voluti due strumenti di controllo per individuare i sacchi più emittenti e campionarli – racconta Riccardo Impallomeni, Assessore all’Ambiente di Vaglia (e geologo) – L’amministrazione attende ora delle risposte”.
