FIRENZE – “Dipende solo da voi se questa continuerà a essere la giornata della memoria e della consapevolezza”. E’ la chiamata alla responsabilità rivolta stamani ai quasi 8.000 ragazzi toscani riuniti al Mandela Forum di Firenze per il Giorno della Memoria dal giornalista Gad Lerner, presentatore dell’evento organizzato dalla Regione Toscana.
L’edizione 2016, dal titolo “Voi che vivete sicuri – Accoglienza e respingimenti ieri e oggi“, ha intrecciato il tema della deportazione ai tempi del nazismo, e il dramma dei profughi in fuga oggi dai propri Paesi.
Sul palco del Mandela Forum i ragazzi hanno ascoltato le testimonianze di Vera Vigevani Jarach, i cui familiari furono deportati ad Auschwitz, e la cui figlia è desaparecida in Argentin, di Vera Michelin Salomon, arrestata per volantinaggio antinazista, di Kitty Braun, bambina nel lager, delle sorelle Andra e Tatiana Bucci, da oggi cittadine onorarie di Firenze.
Piero Terracina ha raccontato l’inferno di Birkenau; Marcello Martini, allora adolescente e partigiano, ha ricordato il numero 76430 inciso sul suo braccio nel lager, mentre Antonio Ceseri scampò per miracolo a una fucilazione per non essersi voluto arruolare nella Rsi.
Ascolta la testimonianza dell’ex deportato nei campi Marcello Martini
“Questa giornata della memoria non è soltanto per gli ebrei, a cui va tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà, ma a tutte le donne e uomini che sono vittime di discriminazione e di violenza” ha detto sindaco di Firenze, Dario Nardella, aprendo il meeeting, spiegando di voler dedicare la giornata a Fiorella, 4 mesi, la più giovane ebrea tra i 311 deportati da Firenze nei campi di sterminio da cui non fece ritorno, oltre che alle sorelle Andra e Tatiana Bucci, cui oggi il Consiglio Comunale conferirà la cittadinanza onoraria di Firenze.
Ascolta l’intervista al sindaco Nardella
L’esercizio della memoria è “fondamentale”, ha aggiunto Nardella, ed è “un antidoto contro la violenza”, nei giorni in cui “i Paesi europei vogliono ricostruire muri, cancellando quella grande conquista di libertà che è il trattato di Schengen”. “Non c’è umanità senza libertà – ha concluso – e non c’è libertà senza memoria”.