FIRENZE – Si sono presentati davanti al rettorato dell’ateneo fiorentino come emigranti, con valigie di cartone in mano, corredate dall’hashtag #menevado?, e tanti palloncini rosa a simboleggiare i cervelli in fuga che sono stati fatti volare in aria.
Così alcune decine di ricercatrici e ricercatori precari del coordinamento fiorentino dei ricercatori non strutturati hanno voluto dare forma stamani, con un flash mob organizzato in piazza San Marco, alle loro diffioltà e alle loro rivendicazioni: dalle valigie sono saltati fuori cartelli per denunciare il rischio di fuga delle intelligenze, spiegare le ragioni per cui i giovani studiosi non vorrebbero essere costretti a lasciare il nostro paese, e chiedere interventi per impedire questa prospettiva.
L’iniziativa si inserisce nel quadro della mobilitazione nazionale promossa in occasione della Giornata Internazionale dello Studente assieme agli studenti dell arete Link, alla Flc-Cgil e all’Associazione Dottorandi Italiani, che a Roma hanno presentato una serie di emendamenti alla legge di stabilità 2016, per invitare governo e Parlamento a stanziare maggiori fondi alla ricerca e modificare le leggi sull’inquadramento dei ricercatori per farvorire merito e qualità.
Alla manifestazione fiorentina si è fermato brevemente anche il neo-rettore Luigi Dei, che ha detto di condividere nella sostanza le ragione delle proteste. Proprio a lui i ricercatori precari si rivolgono, dato che tra i punti del manifesto il neo-rettore ha promesso anche l’assunzione di 25 ricercatori di tipo B. Dall’ultima riunione del Senato Accademico sembra che i nuovi posti possano arrivare a 31. “Un buon inizio ma ancora non basta – spiega Barbara Saracino, del coordinamento dei ricercatori precari – solo quest’anno i pensionamenti sono 86. L’ateneo di Firenze ha dei vincoli, ma è tra i più grandi ed importanti a livello italiano: il rettore batta i pugni sul tavolo per chiedere di più”.