FIRENZE – “Facciamo questo cambiamento non per privatizzare la sanità, anzi mi risulta che presto andremo a comprare la casa di cura privata più importante, meglio attrezzata”. Così Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli chiedevano del rischio riforma delle Asl toscana possa portare alla privatizzazione della sanità: “Non vedo rischi particolari” ha detto.
Di tutt’altro avviso invece il comitato referendario. “La riforma approvata, così come è scritta, prevede un taglio non dei dirigenti ma di migliaiadi medici e operatori sanitari, e prevede un accentramento delle funzioni e delle decisioni sotto solo tre centri, allontanado la sanità da territori” denuncia Tommaso Fattori, capogruppo in Consiglio regionale di “Sì – Toscana a sinistra”, intervistato oggi da Novaradio che aggiunge: “La diminuzione dei servizi che ne deriverà, assieme al taglio delle risorse dello stato, comporta il rischio di un aumento dei ticket, di un impoverimento della sanità pubblica e la progressiva mighrazione verso il privato”.
Ascolta l’intervista integrale a Tommaso Fattori stamani nel corso della trasmissione Newsbox di Novaradio
Ieri intanto si è risolto con l’intervento diretto del presidente del Consiglio regionale toscano Eugenio Giani un pomeriggio ad alta tensione tra comitato referendario e la maggioranza Pd sulla questione della consegna delle 55 mila firme raccolte a sostegno della consultazione referendaria. L’intervento di Giani, che assunto “personalmente la responsabilità” di accettare le firme ha posto fine alla protesta del comitato, con il supporto dei gruppi di opposizione (Sì toscana a sinistra, M5s, Fdi, Fi e Lega Nord) c che minacciavano di voler restare nella sede dell’Assemblea toscana a oltranza.