PISA – A una settimana dal nubifragio che con 150 millimetri di pioggia caduti in tre ore ha sommerso la città, arriva il conteggio dei danni operato dal Comune: circa 10 mila numeri civici coinvolti, 522 strade e quasi 11 chilometri quadrati di territorio allagato.
“È stato un evento eccezionale – ha spiegato il vicesindaco con delega alla protezione civile, Paolo Ghezzi – e non è un modo di dire ma un calcolo fatto secondo i parametri idrologici disponibili secondo i quali quanto accaduto il 24 agosto ha un tempo di ritorno stimato compreso tra 200 e 300 anni”.
Il sistema di protezione civile pisano, tuttavia, secondo Ghezzi, “ha lavorato tempestivamente e bene, può e deve ulteriormente migliorarsi ma la gente deve sapere che contro precipitazioni così intense e ravvicinate non è praticamente possibile difendersi”.
“Oltre 300 persone – ha concluso – sono state impegnate per 36/48 ore consecutive. Complessivamente ci sono state più di 4 mila ore di attività con un pompaggio di acque, a partire da quando si sono abbassati i fossi, per un totale approssimato di 122.000 metri cubi. Uno sforzo enorme e unanimemente riconosciuto. Per il futuro proporrò una pulizia delle caditoie più mirata nelle zone maggiormente soggette ad allargarsi così come lavoreremo insieme ad Acque spa per un monitoraggio dello stato della rete fognaria, ma si deve sapere che da certi eventi non ci si può proteggere”.
Nei prossimi gironi, infine, il prefetto Attilio Visconti, convocherà una riunione con i parlamentari pisani e con esponenti del Dipartimento nazionale di protezione civile per “sondare la possibilità di attrarre investimenti nazionale da destinare a interventi di prevenzione”.