FIRENZE – Vigili del fuoco impegnati a pieno organico sulle segnalazioni dei cittadini dopo la bomba d’acqua che ha colpito la città sabato sera. In lista d’attesa ci sono ancora 420 interventi, e il personale impiegato – 50 gli interventi andati avanti solo nel corso della notte – sarà ulteriormente rinforzato con la presenza di altri uomini e mezzi.
A preoccupare ora sono soprattutto i danni alle case private: tetti scoperchiati, infissi e cornicioni sradicati, facciate danneggiate dagli alberi caduti. Particolarmnete colpiti i quartier di Campo di Marte e Gavinana. “E’ ancora presto per una stima dei danni” ha detto la vicesindaco Cristina Giachi, intervenendo nel corso della trasmissione Newsbox di Novaradio, annunciando le prime misure: “Chi dovrà aprire un cantiere per ristrutturare la casa danneggiata non pagherà la Cosap, e si stiamo studiando con gli uffici la fattibilità altre forme di aiuto e gevolazione fiscale per le tasse comunali”.
Ascolta l’intervista a Cristina Giachi stamani a Novaradio durante la trasmissione Newsbox.
Protezione civile, pompieri e volontari continuano a lavorare: le strade sono state sgomberate e i sottopassi liberati dalle acque: unica eccezione di lungarno Colombo, invaso dai 50 tronchi di pini caduti, che rimarrà ancora chiuso almeno per 4-5 giorni. Altrove traffico scorre regolarmente, nonostante i detriti sulla carreggiata, anche per la minor presenza di residenti. Ripristinati il servizio idrico e quasi totalmente la rete elettrica (mancano solo 90 utenze).
I fondi, in realtà sono pochi, e molto dipenderà dagli aiuti che arriveranno con la dichiarazione di stato di emergenza: oggi è attesa la firma del governatore Rossi per la Regione Toscana. Ma quello che si aspetta è l’analogo decreto del governo, che ne discuterà nella porssima riunione tra i Ministri. Il Comune ha già lanciata la campagna social #ioaiutofirenze una di raccolta fondi per finanziare il ripristino del patrimonio arboreo (Iban IT20X0616002832000000161C01 oppure conto corrente postale 21747514).
Da oggi, in aiuto alla protezione civile, dovrebbero arrivare anche i primi migranti ospiti in regione, inquadrati in speciali progetti di lavoro socialmente utile.