ROMA – Polemiche “in larga parte fuor d’opera” quelle scatenate dalla sentenza condannato due istituti paritari livornesi a pagare gli arretrati dell’imposta Ici. A dirlo è il Primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce.
Il pronunciamento che ha condannato al pagamento di 422 mila euro le scuole “Immacolata” e “Santo Spirito” di Livorno, afferma Santacroce, ha portato a critiche e una levata di scudi. Per la Fisp (la federazione delle scuole paritarie) il 30% sarebbe a rischio chiusura, mentre il presidente Cei, mons. Galantino, si era spinto a definire la sentenza “pericolosa” ed “ideologica”.
Polemiche, fa notare Santacroce, che “sembrano dimenticare come la questione sia stata oggetto di una indagine comunitaria per sospetti aiuti di Stato agli enti della Chiesa, che sarebbero potuti derivare da una interpretazione della predetta esenzione non rigorosa e in possibile contraddizione con i principi della concorrenza”.
Inoltre, aggiunge il supremo magistrato, la sentenza non comporta alcun obbligo automatico al versamento dell’imposta per tutte le paritarie cattoliche : spetta però “al contribuente”, e cioè alle scuole paritarie, “l’onere di provare” che “in concreto” l’attività formativa “non sia svolta con le modalità di una attività commerciale”.