SESTO FIORENTINO – A due giorni dalla sfiducia che ha portato alle dimissioni del sindaco Biagiotti, ai microfoni di Novaradio parla Antonio Sacconi, uno degli 8 consiglieri Pd che hanno presentato e votato la sfiducia.
Nel clima da processo del “day after”, tra richieste di “deferimento” ai probiviri del Pd e recriminazioni reciproche, Sacconi respinge le accuse di tradimento ed anzi invita i segretari metropolitano e toscano al rispetto della regole. “Dicono che il Pd sestese non c’è più? Anziché commissariare il partito – dice Sacconi – si convochi come da statuto l’assemblea cittadini, che porti alla scelta del nuovo segretario o a un nuovo congresso”.
Che fare però per ricostruire un pod che a Sesto, a detta di molti, non c’è più? in attesa delle prossime elezioni? Escluso, per Sacconi, che si possa ripartire dalla disponibilità della stessa sindaco uscente a ricandidarsi: “Quella è un esperienza finita – taglia corto – perché si è dimostrata fallimentare”.
Ma neppure convince l’idea di tenere le primarie “negate” un anno fa. “Le primarie sono divisive, si è visto che chi perde non se ne fa una ragione – commenta Sacconi – ci vuole un confronto partecipativo con tutti e lo sforzo per arrivare ad una candidatura unitaria”.
Insomma, la battaglia rimane “dentro” il partito. a chi dà gli 8 “dissidenti” già in movimento verso Giuseppe Civati e Stefano Fassina, dice: “Siamo e restiamo e nel Pd, per cambiarlo e portarlo un po’ più a sinistra”.
Ascolta l’intervista integrale ad Antonio Sacconi, consigliere comunale del Pd di sesto Fiorentino, realizzata stamani nel corso della trasmissione News Box.