FIRENZE – Un excursus storico e socio-economico relativo alla storia del Forteto iniziata nel 1977 quando un gruppo di persone decise di sperimentare la vita in comune dedicandosi all’agricoltura come fonte di sostentamento economico. Da qui il pubblico ministero Ornella Galeotti ha voluto iniziare la sua lunga requisitoria finale per il processo ai responsabili della comunità di recupero per minori disagiati di Vicchio in Mugello, che vede imputati il fondatore della comunità Rodolfo Fiesoli e altre 22 persone tra suoi stretti collaboratori. L’accusa sono per tutti di maltrattamenti, per Fiesoli c’è anche l’imputazione di violenze sessuali e abusi.
Affollata l’aula del tribunale, assente invece il principale imputato, che non ha mai presenziato ad aluna udienza. La conclusione della requisitoria, probabilmente stasera, con le richieste di condanna per gli imputati del processo.
Nella fase inziale della ricostruzione dei fatti, il pm ha sottolineato in particolare le incongruenza che hanno portato a definire il “Forteto” come luogo di eccellenza educativa” e quindi idoneo ad ospitare i minori in affido, nonostante che già nel 1978, un anno dopo la fondazione, si siano verificati i primi arresti tra i promotori della comunità. “Un’insolita opzione di fiducia completamente irrazionale ed eccentrica” secondo il pm, che ha rimarcato il fatto come ad una cooperativa agricola siano stati “affidati malati psichiatrici e minori anche se nello statuto non c’è scritto questo scopo sociale”.