FIRENZE – Un “Fidelio” in forma solo concertistica, con gli attori in costume a cantare davanti ad una scenografia fissa, quello che è andato in scena ieri sera al Teatro dell’Opera di Firenze per la soirée inaugurale del 78/o Festival del Maggio Fiorentino per lo sciopero dei tecnici e degli atterzzisti aderenti alla Cgil. Come annunciato, a nulla è servito l’incontro di ieri pomeriggio: i rappresentanti del sindacato hanno ribadito la persistenza delle ragioni all’origine dell’astensione dal lavoro.
E così, ieri sera,sul palcoscenico si è svolto un ulteriore atto del duello “rusticano” tra Fondazione del Maggio, e i lavoratori Cgil. Arrivando in teatro, ieri il sindcao Dario Nardella, che è anche presidente del Maggio, ha avuto parlo durissime: “Questo gesto della Cgil – ha detto – è un clamoroso autogol che colpisce il prestigio di Firenze, un atto grave, dannoso, verso la città, la fondazione, la musica, l’opera, privo di fondamento, incomprensibile”. Dal palco, cu cui è salito prima dell’inizio del concerto, il sovrintendente Francesco Bianchi ha spiegato che “questa rappresentazione va in scena in forma di concerto e non scenica per la situazione creata dalla Cgil”. Il sindacato, da parte sua, aveva spiegato chiaramente i motivi dello sciopero, che sono legati alla questione dei 52 lavoratori in esubero, all’assenza di garanzie sul loro promesso riassorbimento nella società Ales, partecipata dal Mibact.
Benché senza il supporto visivo dell’azioen scenica e delle scenografie, il pubblioco ha dimostrato di apprezzare l’esecuzione di orchestra, coro e cantanti (Don Fernando Eike Wilm Schulte; Don Pizarro Evgeny Nikitin; Florestan Burkhard Fritz; Leonore Ausrine Stundyte) diretti da Zubin Metha, tributando loro lunghi e convinti applausi.