ROMA – “Mercoledì prossimo insieme al governo affronteremo due temi importanti: il riparto effettivo sulle città metropolitane – in cui cercheremo di risolvere l’impatto eccessivo su Roma, Firenze e Napoli – e il fondo perequativo da 625 milioni per il passaggio da Imu a Tasi”. Così il sindaco di Firenze Dario Nardella, esprimendo soddisfazione al termine dell’incontro, che si è tenuto stamattina a Roma con il premier Renzi chiesto da Comuni e Citta metropolitane dopo l’annuncio di nuove riduzioni di trasferimenti contenute nel documento di economia e finanza.
Un’ora e mezzo di confronto serrato, dopo l’ondata di proteste dei sindaci, indisponibili a nuovi tagli a carico degli enti locali, in cui Renzi sembra aver deciso – se non un passo indietro – almeno di prendere tempo. Una proposta di tregua che i sindaci hanno mostrato di apprezzare: “Il Def non prevede nuovi tagli a carico dei Comuni” ha detto il presidente dell’Anci Piero Fassino, definendo l’incontro costruttivo. Due i punti: la decisione concordata sulla revisione di spesa a settembre quando sulla base del Def bisognerà redigere la legge di stabilità,e una revisione dei meccanismi di riparto dei tagli per le citta metropolitane, particolarmente oneroso per Roma, Firenze e Napoli.
Al termine dell’incontro Nardella, criticato da alcuni colleghi per le posizioni troppo soft assunte di fronte aiu tagli, ha voluto ulteriormente smorzare il tono delle polemiche con Renzi, che dopo una prima reazione di Nardealla ai tagli aveva parlato di “polemiche fantasiose da parte di cari amici”. Non c’è nessuna polemica con Renzi”, “non ho mai fatto dichiarazioni critiche” ha detto oggi Nardella, che aha ggiunto: “on ho criticato il Governo, non ho criticato i tagli: ho posto un tema. E’ giusto che tutti facciano la loro parte. Ma i tagli devono essere equamente distribuiti”. Sul merito dei tagli alle città metropolitane, il primo cvittadino di Firenze ha detto che “il problema che è stato posto non ha riguardato l’entità del taglio, questi famosi 250 milioni del miliardo complessivo, ma il problema del riparto interno tra le dieci città”.
