FIRENZE – Anche nel fine settimana appena trascorso, è rimasta alta la tensione del confronto politico sul piano del paesaggio tra il mondo degli ambientalisti e il l’assessore regionale Marson da un lato e il partito democratico e il presidente della regione Rossi. Al centro dello scontro il maxiemendamento proposto dai consiglieri democratici che, secondo la rete dei comitati per la difesa del territorio e intellettuali come Tomaso Montanari e Salvatore Settis, snaturerebbero l’impostazione dell’intero piano. Sotto accusa in particolare rimangono le disposizioni sulla possibilità di aprire nuove cave e la trasformazione dei cosiddetti vincoli regionali in mere indicazioni per i Comuni. Dopo aver attaccato la Marson, Rossi in una serie di tweet domenicali ribadisce la necessità di tutelare ambiente e lavoro e sottolinea come la gran parte del piano sia già stata adottata dall’intero consiglio regionale. Secondo il governatore è possibile e necessario trovare soluzioni avanzate. Atteso un incontro tra lo stesso Rossi e i vertici del partito democratico toscano per individuare i margini di una mediazione.
Nella giornata di oggi, lunedì 23 febbraio, si registra anche la dura nota del Coordinamento delle imprese lapidee apuo-versiliesi che invita il presidente del Fai, Andrea Carandini, a chiedere scusa agli oltre diecimila lavoratori che “ha insultato, paragonandoli a ‘barbari’ che hanno devastato Roma”. La nota giunge dopo la lettera che lo stesso presidente del Fondo italiano per l’ambiente ha scritto al premier Matteo Renzi anche a proposito del piano paesaggistico della Toscana. “Barbari – ha scritto Carandini – non sono solo coloro che imbrattano e danneggiano la Barcaccia del Bernini, ma anche coloro che vedono la soluzione dei problemi economici dell’Italia nell’ulteriore degrado del paesaggio italiano”. Nella lettera Carandini definisce “grave” il maxi-emendamento presentato dal Pd toscano, “il quale vorrebbe trasformare le direttive ‘vincolanti’ del piano paesaggistico in corso di approvazione, frutto del lavoro della stessa giunta regionale Pd, in meri ‘indirizzi'”.
“E’ inaccettabile – dicono gli imprenditori del settore lapideo – una dichiarazione come questa da parte del Presidente del Fai che promuove le bellezze dell’Italia, monumenti e opere d’arte realizzate dall’antichità ad oggi con i materiali lapidei e col sudore e la fatica degli uomini”. Gli imprenditori criticano anche l’assessore Marson che, “nelle sue esternazioni pubbliche in luoghi istituzionali induce alla denigrazione i lavoratori e gli imprenditori dichiarandoli vittime delle lobbies del marmo e insulta il Pd dichiarando che è sotto scacco del partito del cemento”. “Un assessore regionale -aggiungono – non può dichiarare ‘suo’ un piano che penalizza e decapita oltre diecimila posti di lavoro”.
La questione piano del paesaggio getta benzina sul fuoco anche sul fronte degli schieramenti in vista delle prossime elezioni regionali. Sabato scorso il direttivo regionale di SEL ha deliberato all’unanimità la fine dell’alleanza di centro sinistra e annunciato la nascita di un percorso per un proposta alternativa al PD. Del fine settimana anche una nota di slow food toscana che condannando il rischio di cambiamenti all’impostazione del piano paesaggistico conferma la propria disponibilità a confrontarsi ed agire con gli altri soggetti che hanno già manifestato preoccupazione rispetto a questi avvenimenti, e a sostenere l’azione di chi si impegna ad armonizzare la gestione del territorio con il suo rispetto.