GROSSETO – Questo “non è un mistero all’italiana come potrebbe essere stato Ustica ma le circostanze sono chiare”. Così il pm Alessandro Leopizzi , prendendo la parola all’inizio della requisitoria al processo per il naufragio della Costa Concordia. Una tragedia, quella avvenuta il 13 gennaio 2012 all’Isola del Giglio causando 32 morti, ha affermato, fu dovuta al “fattore umano” e la nave da crociera “non era una bagnarola” ma una nave con apparati di prim’ordine, un gioiello. Il pm, dopo una premessa sugli assetti organizzativi della nave, ha già evidenziato una serie di negligenze di cui viene accusato Schettino. Tra queste, aver cenato con calma con la moldava Domnica Cemortan, aver mentito dicendo di non sapere dello scoglio delle Scole e non essersi, comunque, procurato una carta nautica adeguata sapendo da una settimana di fare il passaggio ravvicinato al Giglio (l’inchino, definito e interpretato in più modi nel corso della vicenda); inoltre, aver fatto “passare sotto silenzio all’armatore” la deviazione dalla rotta rispetto alla consueta direttrice Civitavecchia-Savona al centro del canale dell’Argentario.
Leopizzi non sarà l’unico pm ad intervenire nella requisitoria. Dopo di lui – che si occupa di tracciare il fatto, cioè la catena di eventi colposi da attribuire a Schettino -, seguiranno gli interventi di altri sostituti: il pm Stefano Pizza ripercorrerà le vicende umane, tra cui le circostanze in cui sono morte 32 persone legandole alle responsabilità dell’imputato. Invece, la richiesta di condanna per Schettino sarà formulata, al termine delle conclusioni, dal sostituto Maria Navarro, attualmente facente funzioni di procuratore capo di Grosseto. La requisitoria prosegue sicuramente domani e, se necessario, in un’udienza successiva.