GROSSETO – La Procura di Grosseto è intenzionata a chiedere oltre 20 anni di carcere per Francesco Schettino come responsabile del naufragio della Concordia. Lo ha detto a margine dell’udienza il procuratore Francesco Verusio in una pausa dell’interrogatorio di Schettino. Per i vari reati, Schettino potrebbe essere condannato a circa 22 anni.
Oggi è stato il giorno dell’interrogatorio da parte dell’accusa a Francesco Schettino, unico imputato al processo. Il comandante dell Concordia, rispondendo alle domande al pm Leopizzi, ricostruendo i momenti della sera del naufragio, ha respinto ogni responsabilità per la collisione, attribuendo l’urto della nave ad un errore nella comunicazione con il timoniere e gli altri ufficiali in plancia.
Dopo i due errori consecutivi del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin nell’accostata al Giglio, Francesco Schettino ha spiegato di non aver pensato di sostituirlo: “Non immaginavo che fossimo in quel punto così vicini all’isola del Giglio” ha detto, spiegando anche perché, parlando col timoniere, rise mentre diceva “Altrimenti andiamo sugli scogli”: “Fu una frase ironica e tranquilla perché non si aveva contezza della situazione”
Riguardo la collisione, Schettino ha detto di non essersi distratto né per la telefonata che fece al comandante in pensione Mario Palombo “che durò appena 30 secondi” per sapere quanta profondità ci fosse sotto la costa dell’isola, né quando, in plancia, ricordò al comandante in seconda Ciro Ambrosio di mettere il timone manuale mentre la nave procedeva a 15 nodi e mezzo verso l’isola: “Se con il mio comportamento ho generato un dubbio a una persona adulta, lui doveva essere in grado di manifestarlo”.
A proposito dell’ormai famoso “inchino”, poi “non l’ho fatto per fare un favore alla Cemortan” ha detto Schettino, negando che il motivo dell’avvicinamento al Giglio fosse per fare colpo sulla hostess e ballerina moldava Domnica Cemortan. “L’avvicinamento all’isola favorisce l’aspetto commerciale”, ha aggiunto, parlando della decisione di accostare la Concordia all’isola del Giglio come una sorta di consuetudine , ma poi poco dopo ha detto: “nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre effettuata” e “il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l’armatore”. “In questo caso – ha continuato – non essendo pianificata la navigazione turistica”, come potrebbe essere in un golfo magari prevedendo anche una sosta, “ma trattandosi di un’accostata, non ho avvisato nessuno”.