FIRENZE – “Ci abbiamo messo 4 anni per disinquinare l’Arno e ce l’abbiamo fatta. Ci prendiamo l’impegno di altri 4 anni per la messa in sicurezza”. E’ quanto ha annunciato il capo Struttura di missione per il dissesto idrogeologico del governo (ridenominata “#italiasicura”), Erasmo D’Angelis, intervenendo oggi pomeriggio in Consiglio Comunale a Firenze, per la seduta che cade alla vigilia del 48/o anniversario dell’alluvione del 1966. “L’11 novembre prossimo – ha ricordato D’Angelis – presenteremo il piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, con finanziamenti da 1 miliardo di euro nel periodo 2015-2020, per un totale di circa 4.000 interventi, in parte riguarderanno anche la Toscana e l’Arno”.
Quattro anni quelli che saranno necessari per la messa in sicurezza dell’Arno, ha riferito D’Angelis facendo il punto sullo cronoprogramma e lo stato di avanzamento dei lavori: poche settimane fa è partito il primo cantiere del sistema di opere che, a regime, sarà in grado in grado di “assorbire” i 40 milioni di metri cubi di una possibile super-piena dell’Arno.
Innanzitutto le 4 casse di sistema di casse di espansione tra Figline-Incisa e Reggello. Sulla prima,a Pizziconi, si sta già lavorando: costa 25 milioni di euro, avrà una capacità di 4,5 milioni di metri cubi, e sarà pronta a metà 2015. A questa si aggiungerà la seconda, a Restone (5,5 ML di metri cubi) con un costo di 15 milioni di euro pronta a metà 2016. La terza e quarta di Prulli e Leccio (14 milioni di metri cubi) pronte a metà del 2017. A monte, poi, l’adeguamento e rialzo della diga di Levane (da 168 a 174 metri) per trattenere altri 16 milioni di metri cubi di acqua, che Enel realizzerà entro il 2018. Il costo complessivo delle opere è 110 milioni di euro, di cui 30 finanziati e 80, ha assicurato D’Angelis, saranno finanziati in parte su Sblocca Italia e l’accordo di programma da siglare con la Regione, che stanzierà i rimanenti di 40 milioni.
“L’Arno – ha aggiunto D’Angelis ricordando le novità sul tema introdotte dallo Sblocca Italia – è un emergenza nazionale, come il Seveso a Milano, il Sarno a Napoli e il Bisagnoa Genova. E le competenze sono dello stato. Firenze si difende come Venezia. Non solo perché è l’immagine dell’Italia e il cuore economico della Toscana, vanno difesi i cittadini, il patrimonio storico, e il lavoro”.