FIRENZE – Traffico illecito di rifiuti, associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, frode e truffa. Sono alcuni dei reati ipotizzati nell’inchiesta sul sotto- attraversamento fiorentino della TAV. Ben trentatré le persone destinatarie di avvisi di indagine da parte della procura di Firenze, tra cui la ex presidente di Italferr, Maria Rita Lorenzetti, dirigenti del consorzio Nodavia, che si era aggiudicato l’appalto, e dirigenti del ministero delle infrastrutture, come Ettore Incalza e Giuseppe Mele.
Secondo l’accusa, la Lorenzetti, avrebbe ha favorito Nodavia e Coopsette, socio di maggioranza del consorzio, mettendo a disposizione anche i propri contatti politici e ottenendo in cambio, fra l’altro, incarichi per il marito nei lavori di ricostruzione dopo il terremoto in Emilia.
Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Ros, coordinate dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei, la fresa ‘Monna Lisa’ che avrebbe dovuto scavare il sottoattraversamento era stata assemblata con pezzi non originali e non era idonea a svolgere il lavoro in sicurezza. Anche i conci scelti come copertura delle gallerie sarebbero stati composti da materiali non in grado di garantire la dovuta resistenza in caso di incendio.
Una parte dell’ indagine ha riguardato lo smaltimento delle terre di scavo, che sarebbero state declassificate da fanghi a materiale non inquinante o che sarebbero state smaltite con modalità inadeguate. Fra le vicende oggetto di indagine anche lesioni provocate dai lavori in una scuola fiorentina, la Ottone Rosai.