FIRENZE – Pioggia, condizioni climatiche molto sfavorevoli e l’azione del cinipide, parassita della pianta: questi i fattori che hanno contribuito a determinare una riduzione del 90% della prodzcione del castagno toscano, in una stagione che Coldiretti non esita a definire “disastrosa”. Fra marroni e castagne, la raccolta si fermerà ben al di sotto di quota 24mila tonnellate, che i boschi regionali regalavano ogni autunno. Il danno alla filiera per la mancata vendita del prodotto è stimato intorno 40/50 milioni di euro con diversi migliaia di posti di lavoro che non potranno essere creati e con molte aziende non riusciranno a produrre il reddito minimo indispensabile per sopravvivere.
Secondo l’associazione mai come quest’anno è stato messo a rischio uno dei prodotti simbolo della cultura alimentare toscana, che può vantare cinque tipi di castagne con riconoscimento europeo: il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la Farina della Lunigiana Dop a cui “dobbiamo aggiungere il Miele di Castagno Dop della Lunigiana che ha subito medesima sorte”.