PRATO – Era il 6 agosto del 1944, a un mese dalla Liberazione di Firenze le truppe alleate stavano entrando a Prato, e con i tedeschi in ritirata, la guerra sembrava finalmente volgere al termine anche per l’area Pratese.
Fu in quella mattina che la brigata Buricchi decise di scendere dai monti per incontrare gli inglesi e gli americani. Nel borgo di Figline trovò invece una unità della Wehrmarcht. I 29 prigionieri, tra cui anche alcuni partigiani russi, vennero uccisi ed impiccati brutalmente ad una trave gettata tra due finestre nel centro del paese.
A 70 anni da quel giorno Comune di Prato, Museo della Deportazione e della Resistenza, Anpi e associazione Russkij Mir di Torino (l’associazione che sta cercando di dare un’identità ai russi morti in Italia da partigiani) commemorano l’eccidio con due giorni dedicati al ricordo.
Il primo appuntamento è domani, ore 21.00, in piazza 29 Martiri a Figline dove si alterneranno una serie di testimonianze, tra cui quella della direttrice di Russkij Mir, Anna Roberti, aiutata dalla proiezione del documentario Nicola Grosa moderno Antigone (2012) di Mario Garofalo. Saranno presenti anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Prato Simone Mangani, il presidente del Museo della Deportazione e Resistenza Marco Romagnoli e quello dell’Anpi provinciale Ennio Saccenti.
Sabato alle 21.30, invece, una Marcia della Pace si snoderà dalla periferia di Prato (Villa Fiorita) percorrendo via Cantagallo fino a Figline. All’arrivo sarà deposta una corona d’alloro al monumento ai Partigiani in piazza 29 Martiri, alle 22.45 la commemorazione cui parteciperà anche il sindaco di Prato Matteo Biffoni.
Info su www.museodelladeportazione.it.