FIRENZE -Alla vigilia della due giorni di vertice tra le Regioni sulle sulla questione della fecondazione eterologa , si allarga il fronte delle regioni pronte a seguire la strada tracciata Toscana, prima ad aver varato le linee guida sanitarie a seguito della cancellazione del divieto sancito dalla sentenza della Consulta: Emilia, Liguria, Piemonte, Umbria e Veneto hanno fatto sapere di essere pronte ad approvare delibere per per permettere questo trattamento. “Cinque regioni seguono l’esempio della Toscana sulla fecondazione eterologa” esulta sul suo profilo FB il governatore Rossi: “Da luglio sono arrivate centinaia di richieste e a Careggi ci sono 150 appuntamenti fissati. Da noi il diritto di provare ad avere un figlio è una realtà”.
All’ospedale fiorentino di Careggi intanto si registra un continuo afflusso di richieste da parte di coppie da tutta Italia e si registrano appuntamenti fissati fino a febbraio prossimo. Ad oggi, sono 184 le prenotazioni già registrate, ma il numero è destinato a salire: il 75% dei richiedenti proviene da fuori regione, per la maggior parte da Lazio e Campania, m anche da Molise, veneto e Sicilia. “L’idea era di incontrare otto coppie per la consulenza, il giovedì di ogni settimana ma non ci aspettavamo questa affluenza” spiega Elisabetta Coccia del dipartimento di ostetrica e ginecologia: “Siamo già pieni fino a febbraio, e per questo si metterà in discussione se raddoppiare con due giorni a settimana”. Il percorso diagnostico dura circa un mese, e degli accertamenti le coppia giudicate idonee verranno inserite in una lista di attesa. Dopodiché la coppia dovrebbe aver accesso alla terapia vera e propria: i tempi inizialmente previsti erano di ventina di giorni, ma a causa dell’alto numero di richieste potrebbero allungarsi.
La riunione della Conferenza delle Regioni è stata fissata per giovedì, mentre già domani si terrà a Venezia una riunione tecnica della commissione Sanità. “Dobbiamo evitare – ha dichiarato il coordinatore dei governatori, Sergio Chiamparino – che questo ambito così delicato si trasformi in una giungla normativa con forti differenze da Regione a Regione, grazie alle quali si possa scatenare una sorta di mercato parallelo”. I nodi cruciali che il gruppo tecnico delle Regioni dovrà iniziare ad affrontare in materia di eterologa sono i criteri con cui definire: la selezione del donatore, l’età minima e massima; l’istituzione di un registro dei donatori, per fissare un numero massimo di donazioni; la garanzia della tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente; la gratuità della donazione; l’anonimato e il consenso informato; gli esami genetici e infettivi. E le Regioni dovranno stabilire se e quanto la prestazione sarà fatta pagare ai cittadini.