Dopo i bronzi di Riace, tocca ora alla Venere di Botticelli entrare nel tourbillon delle polemiche legate all’Expo 2015. Colpa delle dichiarazioni dell’ambasciatore della cultura per l’Expo Vittorio Sgarbi, che – dopo il rifiuto di Cremona a concedere il prestito di un quadro di Arcimboldo – ha detto di voler portare in mostra all’Expo il capolavoro custodito agli Uffizi. La collocazione pensata dal critico d’arte sarebbe la reggia della Venaria Reale di Torino. Investimento previsto per il prestito: circa 7-800 mila euro.
“Credere che uno giunga dall’Australia per Expo – ha dichiarato il vulcanico critico d’arte – e poi sia disposto ad arrivare fino a Cremona o Reggio Calabria per vedere una singola opera è da pazzi. Le città che trarranno beneficio dall’evento, oltre Roma e Milano, sono Venezia, Firenze e Torino”. “Certo Firenze non ha bisogno della vetrina Expo come Reggio Calabria o Cremona – ha aggiunto – ma credo che un sostegno economico potrebbe fare comodo anche agli Uffizi”.
Fredda la replica della soprintendente Acidini: “La valutazione sull’opportunità dell’operazione spetta al ministero”. Senza fare menzione della lista stilata nel 2005 dal direttore della pinacoteca, Antonio Natali, che inseriva la Venere assieme ad altre opere uniche, tra quelle “incedibili” a prestiti e viaggi.
In serata è appunto il vertice del Mibact Dario Franceschini a dare uno stop al rincorrersi delle dichiarazioni: “L’Expo non è solo di Milano, la sfida da vincere – ha detto il ministro – è allungare la permanenza nel nostro Paese di tutti i visitatori dell’Expo. Basta a questo dibattito quotidiano e improvvisato su singoli capolavori che dovrebbero essere trasferiti a Milano”.