FIRENZE – Un appello a tutto il mondo perché si dica basta a guerre inaccettabili alle porte del nostro continente. A lanciarlo è stato oggi il sindaco di Firenze, Dario Nardella, in occasione delle celebrazioni per il 70/o anniversario della Liberazione della città dal nazifascismo. “La pace non è un risultato acquisito per sempre: va coltivata, custodita, alimentata” ha spiegato Nardella, ribadendo la necessità che “si dica basta a guerre inaccettabili alle porte del nostro continente”. “E’ intollerabile tutto questo: se non lo diciamo – ha aggiunto – e non ci adoperiamo per superarlo, siamo ipocriti prima di tutto con noi stessi, e poi con la Storia”.
Ricordare la Liberazione, quell’ 11 agosto del 1944 in cui il CTNL ordinò l’insurrezione e i partigiani presero possesso del centro ancor prima dell’arrivo delle truppe alleate, ha spiegato Nardella, “Significa prendere un impegno vero e concreto per le nuove generazioni, perché i giovani possano capire cosa vuol dire conquistare la libertà anche a costo della vita, e capirne il valore profondo: che non è libertà di fare tutto quello che passa per la testa, ma è la libertà di assumere delle responsabilità, di fare delle scelte, di mantenere dei legami nella comunità, nella famiglia, nella vita civile”.
Le celebrazioni, iniziate alle 7 di stamani con il suono della campana della Martinella di Palazzo Vecchio, sono proseguite poi con la deposizione delle corone ai caduti e alla cerimonia nel Salone dei 500. Presenti tra gli altri, una nutrita rappresentanza dell’Anpi e delle forze dell’ordine, la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, i sottosegretari Luca Lotti e Gabriele Toccafondi, oltre a una rappresentanza di parlamentari fiorentini, consiglieri di Comune, Provincia e Regione, sindaci dei comuni della provincia.
Anche quest’anno a rovinare il clima dell’anniversario sono stati i militanti della destra radicale fiorentina , che hanno deciso di riunirsi al cimitero di Trespiano per ricordare i caduti della Repubblica Sociale Italiana e ai franchi tiratori repubblichini che in quei giorni fecero strage tra i civili per le strade, definiti come coloro che “opposero una fiera resistenza, nelle strade e dai tetti della città, all’invasore anglo-americano”.
“Anche se quest’anno il riferimento è meno esplicito sui manifesti rispetto agli scorsi anni, ci pare che la sostanza cambi davvero poco”, ha commentato il consigliere comunale Tommaso Grassi, che aveva chiesto al Comune di vietare la manifestazione. Palazzo Vecchio, chiamato in causa da una lettera dell’avvocato Francesco Mandarano, militante dell’Anpi che ha accusato gli organizzatori di apologia di fascismo, ha scelto di girare la questione al Comitato per l’ordine e la Sicurezza pubblica.