FIRENZE – Braccio di ferro e polemiche in Consiglio regionale sull’accordo raggiunto tra PD e Forza Italia sulla riforma della legge elettorale, rinviata in aula a settembre. I due partiti – legati a livello nazionale dal patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi – hanno raggiunto un accordo di massima sul testo: come annunciato, si ripristinano le preferenze con doppio voto di genere per favorire la parità di rappresentanza tra sessi, ma si prevede come chiedono gli Azzurri che i partiti possano facoltativamente optare per un mini-listino bloccato limitato a 3 candidati. La formula è il doppio turno di coalizione, con ballottaggio in caso che nessun candidato presidente di Regione raggiunga il 40%, con un premio di maggioranza differenziato con il 60% dei seggi se si consegue più del 45% voti e il 57,5% dei seggi a chi prende tra il 40% e il 45%.
Rispetto a questo schema di accordo sono insorti però gli altri alleati vecchi e nuovi del Pd: dagli ex IDV di centro democratico a quelli di Toscana Civica Riformista per arrivare alla sinistra del RC, Sel. Un documento del gruppo di lavoro, approvato a maggioranza con astensione proprio di PD e FI, sancisce un no accordo tra Dem e forzisti, e si esprime per nuovo testo che preveda l’assenza del listino regionale, anche se facoltativo, e una soglia di sbarramento unica, invece che differenziata, al 3%. L’approvazione della nuova legge elettorale +è stata rimandata alla discussione in settembre, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.