Firenze, 9 maggio 2013 – Si è conclusa stamani la caccia all’omicida di Andreea Cristina Zamfir, la ragazza romena trovata nuda e legata ad una sbarra sotto un cavalcavia autostradale ad Ugnano: si chiama Riccardo Viti, ha 55 anni, fiorentino, incensurato, di professione idraulico. “Sono finito. Ormai non mi salva nessuno” le prime parole di Viti agli uomini della squadra mobile che hanno eseguito l’arresto all’alba nella casa in via Locchi (vicino Careggi), dove l’uomo abita con la famiglia. Presente anche la madre dell’uomo che, scioccata, l’avrebbe apostrofato. “Ma che sei te il mostro di Ugnano?”. “Sì, sì, l’ho fatto io, non pensavo che morisse, ho fatto una cazzata” la risposta.
Viti è stato quindi portato in questura, dove è sottoposto ad un lungo interrogatorio da parte pm guidati dal procuratore Paolo Canessa, in cui l’uomo ha reso “piena confessione ” sulle proprie responsabilità, secondo quanto dichiarato dal procuratore capo facente funzioni della Procura di Firenze, Giuliano Giambartolomei, parlando alla stampa al termine dell’interrogatorio, che si è concluso con la messa in stato di Fermo per Viti: tra le accuse principali, quella di omicidio volontario aggravato dall’atto sessuale, sequestro di persona e violenza sessuale. Gli inquirenti lo hanno interrogando anche su altri episodi di violenza contro le prostitute avvenuti dal 2006 a 2012 (in 3 su 10 ci sono le stesse tracce di Dna).
”Quello che è stato definito mostro è l’uomo della porta accanto. Una persona normale che ha un’attività lavorativa, che è regolarmente sposato e con un figlio della convivente” ha detto Giambartolomei. “Decisiva – ha aggiunto – la prova del dna riscontrato in questo ultimo fatto (l’omicidio di Andreea Cristina Zamfir, ndr) insieme ai risultati del dna delle tre aggressioni precedenti”. A carico di Viti – come aveva twittato già nelle prime ore del mattino il Ministro dell’interno Alfano – ci sarebbero “prove inconfutabili”. Tra gli indizi emersi, appunto la perfetta coincidenza del Dna di Viti con quello rinvenuto sul luogo dell’omicidio; nella casa dell’uomo è stato tovatodel nastro adesivo bianco con la scritta “Careggi”, simile a quello usato per immobilizzare Andreea Cristina Zamfir; inoltre in un garage utilizzato da Viti sono stati ritrovati dei manici di scopa, come quello che si ipotizza sia stato usato per le sevizie che hanno condotto poi alla morte la giovane vittima.
La rapidità nella soluzione del caso è stata rivendicata da procuratore capo facente funzioni Giambartolomei. “Il caso è stato risolto in meno di 4 giorni con il massimo impegno di tutti, di polizia e carabinieri. Massimo impegno significa non dormire, non mangiare per arrivare al risultato”. Viti sarebbe stato individuato ricostruendo il percorso della sua auto ripresa dalle telecamere di sorveglianza sparse tra le Cascine (dove la Zamgir è stata prelevata) fino al cavalcavia di Ugnano. La svolta nelle indagini, però, è scattata grazie ad ex poliziotto del 113 ora alla squadra mobile, che si sarebbe ricordato di un episodio risalente al 2012, in cui Viti venne fermato per un controllo per una lite in strada con una prostituta: all’origine del diverbio proprio la modalità di gioco erotico che l’idraulico voleva praticare con la prostituta e che la donna rifiutava di accettare. Grazie al nome sul verbale è stato così possibile individuare Viti, il cui nome altrimenti sarebbe stato impossbile rintracciare dal casellario giudiziario.
JAZZ FEVER | 5 maggio 2014 1 - Puerto San Miguel - “Il Viandante Immaginario” 2 - Guera Civil - The Humans (“It’s Nine O’Clock”) 3 - Guera Civil - Tinissima Quartet (“Suite for Tina Modotti”) 4 – Mexico - Tinissima Quartet (“Suite for Tina Modotti”) 5 - Mambo italiano - Stefano Bollani/Ares Tavolazzi (“Mambo Italiano”) 6 - Perdido - Duke Ellington 7 - Cocowalk - Michel Camilo (“Michel Camilo […]
“Aria in gola. di pensieri parole e persone intorno all’arte” é uno spazio radiofonico dove circolano idee, pensieri e incontri intorno a spettacoli, performance e mostre di arte contemporanea.